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Martedì, 11 Ottobre 2016 22:29

L’epoca dei regni di Israele e di Giuda - 2a parte

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5. Le fasi antiche del regno di Giuda

Uno stato in ombra. Nei primi tempi del regno di Giuda il limitato potenziale economico e il relativo isolamento geografico non gli consentirono di reggere il confronto col regno d'Israele, e quando si avviò l'espansione imperiale assira Giuda rimase per parecchio tempo una preda poco allettante. I primi successori di Salomone governarono su una regione agricola povera e marginale, senza segni di ricchezza e senza particolare complessità amministrativa; la popolazione di Giuda era di molto inferiore a quella di Israele e il suo regno si trovò spesso a orbitare in una condizione di semidipendenza da quello settentrionale.

Notizie extrabibliche del IX secolo. Dopo il sincronismo con Shoshenq (925 a.C), solo dopo circa un secolo si hanno altre notizie extrabibliche sul regno di Giuda. Una di queste è la breve e frammentaria notazione della parte finale della Stele di Mesha' (seconda metà del IX secolo) in cui il re di Mo'ab si vanta di aver vittoriosamente lottato contro la "casa di Davide" che occupava una zona a sud-est del Mar Morto:

[...] E la "casa di Davide" abitava in Horonen [...] E il dio Kemosh mi disse: va', combatti contro Horonen. E io vi andai [combattei contro la città e la presi]

L'altra notizia è nella Stele di Dan (anch'essa poco dopo la metà del IX secolo), che conosce il regno di Giuda come "casa di Davide" e cita i nomi di due suoi re di quel periodo: Ahaziyah figlio di Yehoram; la presenza del primo di questi a fianco del re d'Israele in un conflitto con Damasco sembra indicare una sua posizione di vassallaggio o comunque una qualche dipendenza dal sovrano dello stato del Nord.

La controversa documentazione sul regno di Yehoash: un'iscrizione... Una piccola lastra in pietra calcarea riporta un'iscrizione apparentemente attribuibile al re Yehoash (yĕhô'āš), ultimi decenni del IX secolo a.C. Vi si parla di interventi di riparazione e restauro su un edificio che dovrebbe essere il tempio di Gerusalemme da parte di un re (Yehoash) il cui nome è ricostruibile, nella lacuna della parte superiore spezzata della stele, grazie alla citazione del nome paterno Achazia. La notizia trova corrispondenze abbastanza precise con due passi biblici (2Re 12,5-17 e 2Cr 24,4-14):

[Io sono Yehoash, figlio di A]haziah, [re di] Giuda. Io ho rinnovato [questa] casa secondo il desiderio del cuore di ciascuno, nel paese e nel deserto e in ogni città di Giuda, di dare l'argento delle cose sacre in quantità per comprare pietre da taglio e legname e rame di Edom, per fare l'opera in modo accurato. E ho fatto riparare le parti rovinate della casa e i muri intorno e i davanzali e le grate e i gradini e le rientranze e le porte. Questo giorno diventi una testimonianza che l'opera avrà successo. Yahweh provveda al suo popolo con una benedizione.

... e la sua discussa autenticità. Esami paleografici e linguistici hanno portato alcuni eminenti studiosi a considerarla una falsificazione. Ma altri studiosi hanno invitato a un'attenzione più disponibile. Certo, se questo reperto fosse autentico, la sua importanza sarebbe notevole: sarebbe la prima iscrizione reale israelitica (più o meno contemporanea alla Stele di Dan e di Mesha'), confermerebbe un testo biblico e confermerebbe l'esistenza a Gerusalemme nel IX secolo di un tempio dedicato a Yahweh, quel "tempio di Salomone" di cui alcuni studiosi negano l'esistenza in epoca monarchica antica.

In ogni caso, è chiaro che intorno all'800 a.C., mentre il regno di Israele giocava un ruolo sulla scena politica vicino-orientale, il suo vicino meridionale restava un piccolo stato dagli orizzonti assai limitati, e solo verso la fine dell'VIII secolo cominciò a porsi all'attenzione di una potenza internazionale.

Ma dopo il 750 anche Giuda fu coinvolto nell'espansione imperiale assira

La notizia di fonte assira sul re Achaz, citato verso il 730 a.C. quale tributario di Tiglat-pileser III, proietta anche Giuda sullo scenario dell'espansione imperiale degli Assiri, e il contemporaneo rapido declino del regno del Nord aprì per Gerusalemme una situazione nuova.

6. I tempi di Ezechia

La crescita di Giuda verso fine VIII secolo. Negli anni successivi alla caduta di Israele (720 a.C.) si avviò in Giuda un notevole sviluppo: incremento demografico, crescita di centri cittadini, espansione degli insediamenti agricoli, accumulo di ricchezze e differenziazioni sociali, maggiore complessità organizzativa della realtà statale. Una crescita rilevante, spiegabile sulla base di due fattori:

1) l'inserimento di Giuda nel sistema di relazioni economiche dell'impero assiro, con cui il piccolo regno poté beneficiare di scambi e di una circolazione di ricchezza capaci di stimolare nuovi sviluppi;

2) crescita della popolazione: un'ondata di rifugiati (diverse migliaia) alla caduta del regno del Nord.

Furono gli anni del regno di Ezechia (hizqîyāhû), in cui Giuda conobbe una situazione economica fiorente e un assetto politico sufficientemente solido da alimentare sogni di grandezza, ma subì anche la catastrofe di un'invasione assira che ridimensionò quell'illusione e ridusse drasticamente la prosperità del paese.

I primi anni di Ezechia. Agli inizi del suo regno Ezechia (725-698 a.C.) confermò la fedeltà all'Assiria già scelta dal padre. Ma poi si lasciò trascinare in una rivolta anti-assira. Sospese il pagamento del tributo, iniziò a svolgere una politica indipendente, prendendo parte a una coalizione appoggiata dall'Egitto. Dietro a questo agire autonomo e disinvolto di Ezechia dovevano esserci un potere politico, un'organizzazione statale e una disponibilità economica in grado di mettere in atto preparativi capaci di difendere il regno di Giuda da eventuali azioni punitive da parte del nuovo re assiro Sennacherib (Sin-ahhē-eriba) (705-681 a.C.).

Il "tunnel di Siloe". Una testimonianza archeologica impressionante è costituita da una grandiosa opera idraulica progettata e realizzata per rifornire Gerusalemme di una fonte sicura di acqua in caso di assedio: un tunnel (la "galleria di Siloe") di quasi mezzo chilometro, tagliato nella roccia per portare l'acqua della sorgente di Gihon, che era fuori della cinta muraria, in un bacino protetto all'interno della città. La realizzazione fu commemorata già in antico da un'iscrizione, che descrive l'ultima fase del lavoro, quando si incontrarono le due squadre di scavatori che, partendo dalle opposte estremità del tunnel (e senza costruire dei pozzi verticali intermedi), si aprivano la strada l'una verso l'altra:

[...] quando il tunnel fu perforato. E questo era il modo in cui fu perforato. Mentre [...] erano ancora [...] picconi, ogni uomo verso il suo compagno, e mentre c'erano ancora tre cubiti da tagliare, [si udì] la voce di un uomo che chiamava il compagno, perché c'era una fessura nella roccia a destra [e a sinistra]. E quando il tunnel fu tagliato e i cavapietre ebbero perforato [la roccia] ogni uomo verso il suo compagno, piccone contro piccone, allora l'acqua passò dalla sorgente verso il bacino di 1200 cubiti, e l'altezza della roccia sopra la testa degli scavatori era di 100 cubiti.

Altri preparativi riguardarono apprestamenti difensivi: a Gerusalemme, dove l'accresciuta popolazione aveva spinto ad estendere i quartieri di abitazione ben oltre il nucleo originario ("città di Davide"), fu eretta un'imponente muraglia difensiva a protezione delle nuove aree abitate; e, a sud-ovest della capitale, il centro di Lachish, seconda città di Giuda per importanza, fu rinforzato con un solido sistema di fortificazioni.

Le ambizioni di Ezechia. Il notevole incremento degli abitanti, la crescita economica e le trasformazioni sociali in atto avevano evidentemente alimentato nella classe dirigente qualche ambizione, che doveva contare su un controllo politico e su una gestione amministrativa più complessi e articolati rispetto al passato. Vari aspetti anche modesti della cultura materiale lo testimoniano: ad esempio la massiccia diffusione in tutto il territorio di Giuda di un tipo standard di anfore per la conservazione di prodotti, contrassegnate da impronte di sigilli con un'insegna reale e una breve iscrizione (basata sul termine lmlk = "appartenente al re"), segnala il crescere di un'organizzazione centrale.

La "rifondazione" di Giuda. Il fattore fondamentale del cambiamento in Giuda a fine VIII secolo fu certamente il rapido aumento di popolazione determinato dall'imponente afflusso di emigrati da Israele, che portarono con sé culti e tradizioni originari delle loro zone di provenienza. Per i gruppi dirigenti di Giuda fu indubbiamente una sfida: unire i due segmenti della nuova società giudaica in una sola entità nazionale, e quindi "rifondare" Giuda in una nuova nazione, dandole una base ideologica forte (mentalità, culto, tradizioni). Secondo alcuni studiosi (soprattutto Finkelstein), Ezechia e l'élite di Gerusalemme tentarono in due modi di forgiare un'identità comune: accentrare la nazione attorno al tempio di Gerusalemme e celebrare le antiche memorie della dinastia davidica come re fondatori di tutto Israele (= il Tempio e la Dinastia).

Il Tempio: la "riforma religiosa". La riforma religiosa attribuita dalla Bibbia a Ezechia (2Re 18) consisté probabilmente nell'accentramento del culto nel tempio di Gerusalemme (ma non l'imposizione del culto esclusivo di Yahweh): passo importante per rafforzare l'autorità centrale (un culto centralizzato poteva rientrare in un più efficace sistema di controllo sulle risorse e sulla popolazione: condizione indispensabile a una politica di indipendenza) e per forgiare un'identità capace di unire Giudaiti e ex-israeliti.

Una spinta all'avvio di una riforma del culto poté anche venire dal crescere in Giuda, dove certamente coesistevano da tempo varie idee religiose e pratiche di culto, di una nuova tendenza religiosa: gruppi profetici e sacerdotali cominciarono ad orientare credenze e pratiche religiose in modo più unitario, e in questo dovette avere un ruolo importante un movimento che affermava l'unicità di Yahweh e dichiarava sacrileghi gli altri culti. Questo "movimento per l'unicità di Yahweh" (circoli legati al tempio di Gerusalemme e costituiti da sacerdoti e funzionari di corte) aprì un conflitto con le altre pratiche religiose, sostenendo la necessità di un'ortodossia del culto accentrato nel tempio di Gerusalemme.

La Dinastia: un'ideologia pan-israelitica e i primi scritti biblici. Tra i grandi cambiamenti dell'epoca di Ezechia ci fu anche una prima ampia diffusione della scrittura in Giuda (chiaramente connessa alla crescita nell'organizzazione statale), che costituì il contesto per una prima messa per scritto in Giuda di antiche tradizioni, cioè una seconda fase (dopo quella ipotizzata per gli anni di Geroboamo II in Israele) di messa per scritto di testi biblici. Tra questi una particolare importanza fu data dagli scribi di corte di Ezechia ai racconti su Davide e Salomone, che furono integrati con le tradizioni su Saul portate dagli emigrati dal Nord. La corte di Gerusalemme alimentò quest'operazione, che era finalizzata a rafforzare il potere della dinastia regia e a unire attorno ad essa Giudaiti ed ex-Israeliti in una sorta di ideologia pan-israelitica.

L'invasione assira del 701. Il tentativo di Ezechia di condurre una politica autonoma e di resistere alla pressione assira era basato sulla disponibilità di un regno in rapida crescita nella popolazione, nelle risorse materiali e nella consapevolezza ideologica. Ma il risultato della rivolta fu l'abbattersi su Giuda nel 701 a. C. di una terribile invasione assira. Sennacherib marciò contro gli stati ribelli dell'area palestinese: vari staterelli si sottomisero, il che lasciò isolato il regno di Giuda. L'armata assira lo invase. Si tratta di una delle vicende meglio documentate della storia dell'antico Israele grazie al convergere di fonti di vario genere:

- il lungo racconto biblico di 2Re 18-19 (che trova paralleli in Is 36-37 e supplementi in 2Cr 32);

- gli Annali assiri di Sennacherib, che descrivono la cattura di 46 centri abitati in Giuda e l'assedio di Gerusalemme;

- i bassorilievi del palazzo di Sennacherib a Ninive (ora al British Museum di Londra), che raffigurano l'assedio e la conquista della città di Lakish;

- gli scavi archeologici della stessa Lakish.

L'attacco a Lakish e l'assedio di Gerusalemme, La notizia dagli Annali di Sennacherib, sul cosiddetto Prisma Taylor (oggi a Chicago), è una relazione incisiva e martellante:

Ezechia della terra di Giuda non si era sottomesso al mio giogo. Io assediai 46 dei suoi centri fortificati, (...) e innumerevoli piccoli villaggi nelle loro vicinanze, e li conquistai per mezzo di rampe di terra e arieti, combattendo con soldati a piedi e utilizzando macchine da assedio. Portai via 200.150 persone (...), cavalli, muli, asini, cammelli, bestiame grosso e piccolo (...), e li presi come bottino di guerra. Rinchiusi lo stesso Ezechia in Gerusalemme, sua capitale, come un uccello in gabbia. Lo circondai con terrapieni per bloccare coloro che tentavano delle sortite dalle porte della sua città. Tolsi al suo paese le città che avevo saccheggiato (...) Così gli restrinsi il paese e gli aumentai il tributo in aggiunta al tributo che mi veniva versato annualmente. Ezechia, sopraffatto dallo splendore della mia maestà e dal fatto che i suoi soldati scelti e quelli arruolati in più, da lui concentrati a Gerusalemme per rafforzarne la difesa, avevano ceduto, mi fece pervenire a Ninive 30 talenti d'oro, 800 talenti d'argento, pietre preziose, collane, blocchi di porfido, letti e poltrone rivestiti d'avorio, zanne di elefante, legname di ebano e di bosso, vesti variopinte, tuniche di porpora, oggetti di rame, di ferro, di bronzo, di piombo, carri, scudi, lance, corazze, pugnali, archi e frecce, con le sue figlie, le sue dame di palazzo, cantori e cantatrici. Mandò i suoi ambasciatori per donare il tributo e fare atto di sottomissione.

Fu una campagna di sistematico saccheggio del regno di Giuda, mirata a colpirne le basi economiche. In particolare l'episodio di Lachish, seconda città di Giuda per importanza e centro organizzativo della fertile regione della Shefelah, ebbe un ruolo centrale nell'attacco assiro ad Ezechia, tanto da essere celebrato come una grande vittoria in un imponente rilievo murale del palazzo di Sennacherib a Ninive.

Una serie di scene raccontano l'intero sviluppo della battaglia: dapprima l'avanzata della fanteria assira e gli arcieri che prendono di mira i difensori della città; poi le mura prese d'assalto, con la porta principale colpita da arieti e le torri mobili d'attacco che superano le difese della città; quindi un gruppo di abitanti presi prigionieri che escono legati dalla città, mentre altri sono denudati e impalati su aste, accanto a macabre scene di torture e uccisioni; infine il re assiro in trono che osserva la sfilata del bottino presso in città.

La narrazione biblica di questi fatti lascia in ombra ciò che non è la liberazione di Gerusalemme. Ma il nucleo storico della vicenda è che Lachish, la maggiore fortezza sul piano strategico in Giuda, fu assediata; anche Gerusalemme lo fu, ma per un qualche motivo non venne conquistata e gli Assiri si ritirarono.

Per il regno di Giuda le immediate conseguenze dell'invasione assira del 701 furono una riduzione del territorio controllato da Gerusalemme (con la perdita di alcune regioni economicamente importanti, come la fertile Shefelah), un pesante tributo da pagare all'Assiria e la deportazione di un alto numero di Giudei.

 

7. Gli inizi di una letteratura biblica organica ai tempi di Ezechia

Da qualche anno a questa parte una serie di contributi storici e archeologici sta mettendo sempre più a fuoco i termini di una questione essenziale: qual è l'epoca della prima formazione letteraria della Bibbia? Ed è l'epoca di Ezechia in Giuda che va emergendo come primo momento significativo e determinante nella composizione scritta in forme un po' organiche di parti dell'AT. La Bibbia come la conosciamo iniziò, almeno in alcune sue parti, a prendere forma scritta con un progetto organico in Gerusalemme nel tardo VIII secolo a.C., ai tempi di Ezechia, con la raccolta di più antiche tradizioni (per lo più orali) e la redazione scritta di nuovi testi. [Si segue qui l'impostazione del problema quale proposta da W. Schniedewind]

Cosa avviò il processo.

Nel quadro dei processi che trasformarono Giuda a partire dagli ultimi decenni dell'VIII secolo a.C., esso passò da uno stato prevalentemente rurale a un regno più piccolo (per le riduzioni territoriali operate dagli Assiri) ma centralizzato e urbanizzato. In esso Gerusalemme ebbe una centralità non solo materiale (quasi 1/3 della popolazione totale) ma anche ideologica. Alla corte di Ezechia, infatti, si elaborò probabilmente un'ideologia politica che rivendicava un primato su tutto Israele, sognando una riunificazione con Giuda dell'ex-regno del Nord in un quadro di indipendenza dall'Assiria.

Redazione di testi. In questo contesto politico-ideologico gli scribi di corte di Ezechia proiettarono quell'ideale in un'operazione letteraria: ripresero composizioni portate a sud da israeliti del nord, raccolsero e adattarono precedenti tradizioni giudaite, scrissero ed editarono testi recenti e nuovi, che andarono a formare parti rilevanti dell'AT:

1) Una prima redazione di parti della cosiddetta "storia deuteronomistica" (il gruppo di libri biblici Gs – Gdc – 1 e 2Sam – 1 e 2Re, così definito per sottolineare la sua dipendenza dall'idea religiosa del Deuteronomio). Prima di trovare la sua edizione finale nell'epoca dell'esilio babilonese, quest'opera storica ebbe probabilmente due primitive redazioni in tempi pre-esilici: la prima sotto il patrocinio della corte di Ezechia, l'altra con Giosia.

2) Una raccolta di tradizioni alla base del Pentateuco. Il Pt nella sua redazione finale è opera posteriore all'esilio, ma contiene sicuramente delle parti più antiche: cicli narrativi e raccolte di leggi, che trovarono nel clima ideologico degli anni di Ezechia la situazione adatta a coagularsi in una serie di testi preparatori di una prima formulazione del Pentateuco. Fu un'operazione condotta in un ambiente di scribi, che in parte raccolse tradizioni precedenti, in parte creò o promosse una nuova interpretazione teologica della storia, vicina all'ideologia della dinastia davidica elaborata attorno alla figura di Ezechia e volta al recupero del passato e alla sua interpretazione.

3) C'è poi una buona probabilità che parti dei libri dei quattro più antichi profeti scrittori – Isaia (ovviamente la prima parte di Is), Michea, Amos e Osea – siano stata raccolte in forma scritta proprio al tempo di Ezechia.

4) Parti del libro dei Proverbi furono messe per scritto dagli scribi di corte di Ezechia (come sembra dedursi da Pr 25,1).

 

8. L'integrazione nel sistema assiro

Vassallaggio politico e ripresa economica. Sul mezzo secolo successivo all'invasione assira del 701, alle tendenziose notizie bibliche di 2Re 21, che pronunciano un giudizio negativo sul figlio e successore di Ezechia, Manasse (mĕnaššeh) (698-642 a.C.), si aggiungono notizie di fonte assira, che accennano al re di Giuda come a un fedele vassallo dell'impero: in un elenco di sovrani della regione siro-palestinese sottomessi al suo potere il re assiro Assarhaddon (Aššur-aha-iddina) (681-669 a.C.) ricordò anche Manasse (me-na-si-i) in un anno intorno al 673.

Manasse si trovò costretto ad essere un vassallo obbediente; ma il suo lungo regno vide per Giuda una ripresa e un nuovo sviluppo. Anche un colpo pesantissimo come quello portato dalle devastazioni prodotte dall'attacco di Sennacherib e dalle richieste di tributi, poté essere riassorbito: il vassallaggio di Manasse all'Assiria garantì al suo paese una sicura integrazione economica nello scenario dominato dagli Assiri.

L'archeologia segnala per il VII secolo una crescita di popolazione e una più intensa produzione agricola sull'altopiano a sud di Gerusalemme, ma soprattutto una grande espansione di insediamenti nelle zone aride del deserto di Giuda. Evidentemente la perdita delle terre ricche e del grano della Shefelah (cedute da Sennacherib alle città filistee) e l'arrivo di Giudei sfollati da quelle spinsero a compensare la perdita con lo sfruttamento di nuove zone. La ripresa agricola consentì di rispondere positivamente ai bisogni alimentari; e l'inserimento in commerci internazionali portò Giuda al di là della semplice sussistenza economica.

Inserimento nel commercio internazionale. Un primo successo sul piano commerciale fu l'inserirsi di Giuda nella rete di scambi di prodotti esotici che univano la penisola arabica alla costa mediterranea, il cui controllo forniva all'Assiria notevoli entrate

Un secondo importante fattore di sviluppo fu la produzione e l'esportazione di olio d'oliva, richiesto sia in Assiria che in Egitto (dove non c'erano ulivi) e in altre zone affacciate sul Mediterraneo. In area palestinese sorse un grande centro di produzione di olio nella città filistea di Ekron. Ekron contava per la sua posizione strategica rispetto a importanti vie di commercio, ma le olive che rifornivano la sua 'industria' olearia provenivano dalla Samaria e dalle colline di Giuda, dove la produzione di olive divenne un'attività praticata su vasta scala. Lo sviluppo dell'industria olearia di Ekron fu dovuto probabilmente, più che a impulso dell'impero assiro (che nei territori direttamente dominati tendeva a saccheggiare risorse e a prelevare tributi piuttosto che a investire per una loro crescita economica), alle possibilità offerte dal commercio marittimo gestito dai Fenici: Ekron era situata in prossimità di Ashqelon, il maggior porto sul Mediterraneo di tutta la fascia costiera palestinese.

Ripresa economica e instabilità sociale. Sul regno di Manasse la Bibbia proietta un giudizio negativo per motivi religiosi; ma fu sicuramente un tempo di ripresa economica, che però portò ricchezza per alcuni (chi aveva controllo di produzione agricola e attività commerciali) e instabilità sociale per molti (la pianificazione di economie di scala necessarie alla produzione da esportazione sconvolse i tradizionali legami dei clan con il loro territorio).

 

9. Giosia

Una rivoluzione. Intorno alla metà del VII secolo a.C. le grandi trasformazioni portate in Giuda da fenomeni in atto da alcuni decenni (centralizzazione del potere, urbanizzazione, sviluppo economico, cambiamenti culturali portati dai rifugiati dal Nord) avevano ormai indebolito e in parte sconvolto vecchie strutture sociali; tra queste la messa ai margini dei vecchi capi dei clan rurali con conseguenti tensioni sociali tra città e campagna. Il culmine politico di queste tensioni si ebbe nel 640 con l'uccisione del re Amon, figlio di Manasse, dopo solo 2 anni di regno. Il successore, Giosia (yo'šîyāhû) fu posto sul trono ancora bambino (dunque una specie di re-fantoccio) dal 'Am Ha'aretz ("popolo della terra" = i capi dei clan rurali): era la reazione delle vecchie élites ai cambiamenti recenti della società giudaita.

Lo scenario internazionale. Negli ultimi tre decenni del VII secolo a.C. lo scenario internazionale vide cambiare gli equilibri di potere nella regione siro-palestinese, per il rapido declino dell'impero assiro e la forte ripresa politica dell'Egitto. Pressate sui confini settentrionali da tribù nomadi e all'interno da conflitti con popolazioni sottomesse (in primis i Babilonesi), le forze assire si ritirarono dall'Egitto e lasciarono agli Egiziani il controllo su Siria e Palestina. L'interesse egiziano si incentrò sulle fertili pianure della zona costiera più che sull'interno; il che alimentò nel piccolo regno di Giuda l'ambizione, coltivata dal re Giosia, di espandersi verso gli altipiani centro-settentrionali, estendendo ai territori dell'ex-regno di Israele uno stato ideologicamente rinvigorito da una riforma religiosa che ambiva a coinvolgere tutta la vita della popolazione.

La riforma di Giosia. Con il regno di Giosia (640-609 a.C.) l'espressione ufficiale della religione e del culto in Giuda trovò una definizione organica e coerente di enorme importanza per l'identità israelitica e per lo sviluppo del monoteismo biblico. La Bibbia attribuisce a Giosia una decisa opera di riforma religiosa. L'espediente del ritrovamento nel tempio di Gerusalemme di un "antico" manoscritto contenente il "Libro della Legge" conferì l'autorità della tradizione a una riforma innovativa. Si trattava probabilmente del nucleo originario del libro del Deuteronomio, che esprimeva i concetti fondamentali dell'ideologia del "movimento per l'unicità di Yahweh": Yahweh è dio unico, è colui che ha condotto il suo popolo fuori dall'Egitto e gli ha dato la terra di Canaan, tra Yahweh e il suo popolo c'è un rapporto speciale basato su un patto (la "Legge") che impegna il popolo alla fedeltà, il tempio di Yahweh deve essere uno solo e senza manifestazioni di culto troppo materiali.

L'affermazione della dipendenza esclusiva del popolo da Yahweh comportava l'impegno a imporre l'unicità del dio, del culto e del luogo di culto; il che significava potenziare il tempio di Gerusalemme – facendone luogo di convergenza dei fedeli da tutto il regno con la trasformazione della Pasqua da antica festività pastorale a festa di pellegrinaggio collegata al tema dell'uscita dall'Egitto – ed eliminare gli altri centri cultuali, smantellandone gli edifici e trasferendone i sacerdoti a Gerusalemme in funzioni subalterne.

Alla base della riforma di Giosia c'era probabilmente la spinta della vecchia élite rurale e dei gruppi di sacerdoti-leviti prima emarginati dalla centralizzazione del potere regio. Dietro la riforma si intravede un sensibile cambiamento nella mentalità come nella gestione del potere. C'è anzitutto una novità culturale: la pretesa "scoperta del rotolo della Legge nella casa di Yahweh" (2Re 22,8) da parte del sacerdote Hilkiah segnala l'uscita della scrittura dal tradizionale controllo della corte; il testo scritto fu usato come strumento per sostenere un programma di riforma religiosa in cui i sacerdoti e il tempio avevano preso il sopravvento nel contesto di un cambiamento politico.

Il testo fondante della riforma di Giosia fu il Deuteronomio, un libro che non proveniva dall'ambito degli scribi di corte, ma esprimeva la consapevolezza del ruolo dei sacerdoti, che venivano acquistando anche un ruolo politico, limitando il potere del re (anch'egli doveva sottostare alla legge religiosa: Dt 17,18-20).

Una svolta nella formazione della Bibbia. Testi biblici messi probabilmente per scritto al tempo di Giosia:

- il Deuteronomio;

- una nuova redazione della "Storia deuteronomistica";

- rielaborazione di racconti poi confluiti nel Pt.

Era una letteratura che offriva sostegno ideologico a un programma politico: la creazione di uno stato pan-israelita (Giuda + ex-regno Israele). I testi composti o rielaborati in quegli anni alimentavano l'idea dell'unità del popolo d'Israele e di un culto unico e accentrato: vecchie tradizioni (es. storie patriarcali, racconti dell'esodo e della conquista) creavano una "epopea nazionale" a sostegno del programma di Giosia.

 

10. Gli ultimi anni del regno di Giuda

Ma fu il crollo definitivo degli Assiri a sconvolgere i nuovi equilibri. Sotto l'attacco dei Babilonesi di Nabopolassar (Nabû-apla-usur) e della popolazione iranica dei Medi guidati da Ciassare (Uakhshatar), caddero una dopo l'altra le città assire, per ultime le capitali Assur (nel 614 a.C.) e Ninive (612).

L'esercito egiziano rimase tra Siria e Mesopotamia a fronteggiare la presenza di Babilonia. Fu nel corso di quest'azione militare verso nord che Nekao impose uno stretto controllo sul regno di Giuda: sconfitto e ucciso Giosia, che aveva tentato nel 609 di sbarrargli la strada presso Megiddo (questo in base alle laconiche indicazioni bibliche di 2Re 23,29), il faraone depose il figlio di Giosia Yehoachaz e pose sul trono il fratello di questi, Yehoyaqim, che regnò come tributario dell'Egitto.

I Babilonesi in Siria-Palestina. L'Egitto mantenne per pochi anni il controllo sulla Siria: nel 605 il nuovo re babilonese Nabucodonosor (Nabû-kudurri-usur) (605-562 a.C.) sconfisse gli Egiziani a Karkemish e Hamat; e negli anni successivi si impegnò costantemente sul piano militare in Siria-Palestina con attacchi sempre più frequenti a centri della Palestina meridionale che preparavano uno scontro più diretto con l'Egitto.

Nabucodonosor e il regno di Giuda. L'esercito babilonese arrivò anche nel regno di Giuda e nel 598 Gerusalemme – dove al re Yehoyaqim era appena succeduto Yehoyakin – fu conquistata, come informa in modo stringato ma inequivocabile la Cronaca babilonese:

Anno VII di Nabucodonosor [= 598/7 a.C.]. Nel IX mese [= dicembre 598] il re di Akkad radunò il suo esercito e marciò verso il paese di Hattu [= Siria-Palestina]. Cinse d'assedio la città di Giuda [= Gerusalemme] e il secondo giorno del XII mese [= marzo 597] conquistò la città e prese prigioniero il re [Yehoyakin]. Egli designò un re di sua scelta e portò via a Babilonia il ricco bottino preso.

La fonte mesopotamica conferma pienamente il testo biblico di 2Re 24,10-17, che aggiunge notizie sulla deportazione a Babilonia del re, di parte della classe dirigente e di alcune migliaia di cittadini. In quest'occasione l'atteggiamento di Nabucodonosor fu conciliante: egli infatti non annesse il territorio di Giuda, ma gli lasciò un'indipendenza almeno formale; impose sì un nuovo re, Sedecia (Sidqîyāh), ma scelto nella famiglia regnante giudea.

Sedecia regnò per nove anni come vassallo babilonese, poi decise di ribellarsi, probabilmente su istigazione dell'Egitto. La Cronaca babilonese si interrompe all'anno 594 e impedisce così di seguire gli eventi dal punto di vista di Babilonia; ma il racconto biblico sugli ultimi tempi del regno di Giuda non lascia dubbi: poiché la ribellione aveva probabilmente coinvolto varie realtà siro-palestinesi, Nabucodonosor intervenne con estrema decisione e agli inizi del 587 attaccò alcune fortezze di Giuda e pose l'assedio a Gerusalemme. La città resistette per un anno e mezzo, ma alla fine fu presa, saccheggiata e in parte distrutta e un altro gruppo di suoi abitanti furono deportati (luglio-agosto 586 a.C.).

 

BIBLIOGRAFIA

Il presente contributo non ha note, per facilitare la lettura del testo che ha taglio divulgativo. I contenuti si basano sugli studi elencati nella seguente bibliografia.

O. Borovski, Hezekiah's Reforms and the Revolt against Assyria, in "Biblical Archaeologist" 58.3 (1995), pp. 148-185.

B. G. Boschi (a cura di), L'epoca di Ezechia: alle origini della letteratura religiosa di Israele, Atti del VII Congresso di Studi Veterotestamentari (Perugia, 9-11 sett. 1991), "Ricerche Storico-Bibliche" V.2 (1993).

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