di Enzo Bianchi
Priore di Bose
Gli esegeti hanno da tempo rilevato che la presenza del Magnificat (Lc 1,46-55) a questo punto del testo lucano non è essenziale all'economia della narrazione, che appare già completa in se stessa (il v. 56 poteva, in origine, seguire immediatamente il v. 45), ma rappresenta una sorta di sospensione del movimento globale della narrazione per far emergere il significato dell'evento che è appena stato raccontato, cioè l'annunciazione (Lc 1,26-38).
di Enzo Bianchi
Priore di Bose
«Il Magnificat è il canto dei tempi messianici, in cui confluisce l'esultanza dell'antico e del nuovo Israele ... Il cantico della Vergine, dilatandosi, è diventato la preghiera di tutta la chiesa in tutti i tempi»1.
La Preghiera di Assoluzione secondo il Rito Copto
Tu, o Signore, che hai inclinato i cieli; tu che sei disceso e ti sei fatto uomo per la salvezza del genere umano. Tu sei colui che siede sul Cherubino e sul Serafino, e osserva le cose umili.