Carissimi/e l'Area Esperienze Formative di Dimensione Speranza ha prodotto questa newsletter monotematica. Vi invitiamo a leggetela perchè si tratta indubbiamente di uno strumento utile per la propria conoscenza e la formazione.
Vi auguriamo Buona lettura, con la speranza di scambiarci delle idee sul Forum del nostro Sito.
P. Franco Gioannetti
Un cammino di interiorità contemplativa.
In una cultura che privilegia l'esteriorità i credenti hanno il diritto/dovere di andare contro corrente.
Ritorniamo allora a riflettere e a meditare su queste semplici parole che hanno un profondo significato per chi vuole “viverle”.
Un tema difficile… un soggetto, anzi un “oggetto” da non vedere… parliamo di Vecchiaia!
Chi noi, gli oltre -anta-anta-, non siamo neanche anziani, ma, semmai, meno giovani, al massimo adulti conclamati!
Ma poi, al primo scontro con un giovane baldanzoso, salta alla mente, o addirittura esce di bocca, un “magari ci arrivassi tu!”
Allora un briciolo di soddisfazione si trova ad essere anziani! Magra soddisfazione???
Scopriamo allora cos’è invecchiare.
Carissimo, carissima
il responsabile delle aree Spiritualità e Formazione Religiosa del sito di Dimensione Speranza ha preparato una newsletter monotematica su un argomento molto importante per tutti noi, soprattutto in questo tempo in cui viviamo sempre in modo rumoroso ed agitato. Vi invito perciò a percorrere questa newsletter ed a visionare gli argomenti ivi citati.
Augurandovi buona lettura vi consiglio di intervenire sul nostro forum.
P. Franco coordinatore del sito
Si può parlare del silenzio? La risposta più ovvia potrebbe essere negativa: del silenzio si deve tacere.
Venerdì 27 maggio 2011, presso lo Scout Center di largo dello Scoutismo in Roma, si è svolto il convegno “Educare nella società della comunicazione”, organizzato da Dimensione Speranza con il patrocinio del Municipio di Roma III e della Provincia di Roma. Nell’articolo “Quando la comunicazione è nemica dell’educazione”, pubblicato in questo stesso sito, sostenevamo che educazione e comunicazione possono talvolta entrare in conflitto. Questo non significa che i nuovi mezzi di informazione digitali siano intrinsecamente nemici dei processi educativi, tutt’altro. Ma occorre imparare a utilizzarli bene, il che non è facile né scontato. È quanto ogni giorno cercano di fare, ciascuno secondo la propria professione e vocazione di educatore, i relatori che hanno partecipato al convegno: Marco Accorinti, sociologo; Giorgio Asquini, pedagogista; don Filippo Morlacchi, direttore dell’ufficio scuola della Diocesi di Roma; Mauro Del Giudice, sociologo e educatore scout; Mario Tedeschini Lalli, giornalista; ha moderato l’incontro Francesco Scoppola, assistente parlamentare e scout anch’egli.
(J.M. NOUWEN, In cammino verso l’alba, in ID., La sola cosa necessaria Vivere una vita di preghiera, Brescia, Queriniana, 2002, 237-238).
di Marco Galloni
Roma, 20 novembre 2010: presso la sede Cesv-Spes di via Liberiana 17 si è tenuto il convegno “L’Islam, i suoi volti e i pregiudizi attuali”, organizzato da Dimensione Speranza Onlus, dal settimanale Carta e dalla Cesv-Spes medesima (centri di servizio per il volontariato del Lazio). Questi i relatori, elencati nell’ordine in cui hanno preso la parola: Khalid Chaouki, ex giornalista Ansa e attualmente direttore del portale Minareti.it; Giuseppe Panocchia, diplomatico e profondo conoscitore del mondo islamico; Brunetto Salvarani, teologo cattolico e direttore della rivista Cem Mondialità; Maria Domenica Ferrari, islamologa. Direttore dei lavori, padre Franco Gioannetti; moderatore, Francesco Scoppola della redazione di Dimensione Speranza.
Le religioni non dialogano
Il senso del convegno può essere riassunto in un’affermazione fatta da Brunetto Salvarani durante il suo intervento: “Le religioni non dialogano: sono le persone che devono farlo”. È vero: le religioni, soprattutto quando vengono assolutizzate, conducono spesso allo scontro, al conflitto, non al dialogo. Ciò è apparso in modo evidente nel filmato di apertura del convegno. Una ragazza, intervistata per le vie di Roma, così rispondeva alla domanda su quale fosse la sua opinione circa l’apertura di nuove moschee in Italia: “Io sono cattolica, quindi sono contraria alla costruzione di moschee nel nostro paese”. Quel “quindi” dice tutto. E pesa come una pietra. Essere cattolici, per la ragazza intervistata, significa inevitabilmente porsi, in qualche modo e in qualche misura, contro le altre religioni, l’Islam nella fattispecie.
Purtroppo larga parte della Chiesa non la pensa diversamente. Salvarani lo ricordava: “Iniziative come questo convegno sono straordinarie, nel senso letterale di fuori dall’ordinario. Fino a pochi anni fa erano frequentissime. Oggi non più, si parla d’altro. I presbiteri non vogliono saperne di dialogo interreligioso, che delegano volentieri ai teologi laici come me. È cambiato il paradigma del Concilio Vaticano II: allora il dialogo era visto con favore, oggi è esattamente il contrario”.
L’Islam non è un monolite né una religione intollerante
Perché accade questo? Da parte cattolica si sente spesso dire che la colpa sarebbe dell’Islam, religione per sua natura intollerante, proclive al conflitto. Ma Khalid Chaouki, il primo dei relatori a parlare, non la pensa affatto così: “L’Islam” – ha detto Chaouki – “non è un monolite. Esistono diverse interpretazioni del testo. L’Islam concepisce e riconosce la diversità anche religiosa: se Dio avesse voluto l’uniformità e la piatta uguaglianza avrebbe creato un’unica tribù”. Chaouki ha proseguito descrivendo la condizione che i suoi correligionari vivono oggi nel nostro paese: in Italia ci sono 1,5 milioni di musulmani, gran parte dei quali di giovane età, che si riuniscono in 600 luoghi di culto; non si tratta di moschee ma di scantinati, garage e locali di questo genere; i figli di genitori extracomunitari che nascono in Italia rimangono stranieri fino ai 18 anni di età. Perché un paese pur tollerante e accogliente come l’Italia ha oggi così tanto sospetto per l’Islam? In parte la responsabilità è dei musulmani stessi, ha ammesso Khalid Chaouki: nei programmi televisivi, per esempio, si prestano spesso a fare la parte del non integrato, che parla male l’italiano, non capisce i costumi del paese che lo ospita, e via dicendo. Ma è evidente che la parte più grande la fa la demonizzazione operata da certa politica. Eppure la migrazione verso l’Italia e altri paesi occidentali è fisiologica e ampiamente prevista. Ci sarebbe un gran lavoro da fare insieme: combattere contro la violenza e lo sfruttamento, tutelare l’ecologia, pacificare la terra. Altro che farsi la guerra!
Far cadere le maschere della politica che strumentalizza l’Islam
Anche per Giuseppe Panocchia i motivi del conflitto sono principalmente di carattere politico. “Occorre far cadere” – ha dichiarato Panocchia durante il suo intervento – “la maschera opprimente della politica che strumentalizza l’Islam per i propri disegni. L’Islam”, ha proseguito il diplomatico, “non è quello che ci presentano, ma purtroppo è così che viene percepito”. Negli ultimi venti o trent’anni ciò che è stato presentato all’Italia e in generale all’Europa non è l’Islam religioso ma quello politico. E a questo tipo di Islam, in realtà, il mondo occidentale è legato da interessi nascosti e forse inconfessabili. Basti pensare alle tribù afghane che, nel conflitto contro l’allora Unione Sovietica, furono finanziate e galvanizzate dall’occidente. La politica occidentale gioca inoltre, sempre secondo Panocchia, sulla confusione tra Islam e terrorismo, tra immigrato e clandestino. Eppure le società islamiche, giovani, dinamiche, vitali, potrebbero apportare contributi positivi alla nostra vecchia Europa piena di anziani. L’Islam ha tra l’altro, rispetto al Cristianesimo, una visione più serena del rapporto tra la dimensione laica e quella religiosa: nel mondo islamico la moschea non è solo il luogo di culto; è anche il centro sociale, la scuola, l’ospedale...
Destrutturare la paura
La paura dell’Islam, così abilmente creata da certa politica, va decostruita, ha dichiarato Brunetto Salvarani: non demonizzata, negata, né tantomeno assecondata. Molte iniziative di atei devoti, persone che non metterebbero mai piede in una chiesa, non mirano soltanto ad alimentare tale paura e confusione ma sono anticostituzionali, entrano in conflitto con gli articoli 7 e 8, che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa e tutelano la libertà religiosa. Salvarani ha sottolineato la differenza tra la semplice interazione tra Islam e Cattolicesimo e il processo, senz’altro più complesso, di integrazione tra le due religioni e culture. Noi occidentali facciamo ben poche scelte in questo senso e poi ci permettiamo di dire che l’inte(g)razione non funziona, che il multiculturalismo è fallito. In Italia abbiamo semplicemente scelto la strada dell’immigrazione, non dell’inte(g)razione. Non esiste una legge sulla libertà religiosa. Ci sono solo i già citati articoli 7 e 8 della Costituzione: troppo poco! L’ora di religione nelle scuole è sufficiente a promuovere l’inte(g)razione? Gli italiani sono cattolici, ma senza Bibbia. Non ne sanno nulla! Figuriamoci cosa sanno delle altre religioni. Salvarani terminava il suo intervento proponendo un decalogo del dialogo interreligioso. Ne riportiamo solo alcune regole: la prima è che il dialogo deve avvenire tra le persone, non tra le religioni. La seconda dice che l’incontro deve giocarsi sul piano concreto, non sulle teorie: e quindi musica, cultura, cucina... La terza regola prescrive che il dialogo cominci dalle nostre identità, non dalla loro negazione; identità, ricordava il teologo, sempre “in progress”. La decima regola, che poi regola non è, sottolinea come il dialogo arricchisca reciprocamente, sia un fattore fondamentale per la crescita umana.
La poligamia non è una realtà dell’Islam
La speranza, ha detto nel suo intervento conclusivo del convegno l’islamologa Maria Domenica Ferrari, è che domani possa esserci un di più nato dall’integrazione tra noi e i musulmani: occorre lavorare insieme, noi e loro. Anche la dottoressa Ferrari, come Giuseppe Panocchia, ha denunciato l’uso di stereotipi e luoghi comuni che contribuiscono a creare confusione e a gettare una luce fosca sull’Islam. Uno di questi è la poligamia, sovente associata alla religione islamica. In realtà nel mondo arabo la poligamia è diffusa pochissimo; al massimo c’è la bigamia, e neanche così frequentemente. La poligamia è semmai una realtà dell’Africa subsahariana, dove, accanto al Cristianesimo e all’Islam, convivono in un complesso sincretismo le religioni animiste. Del resto nel Corano, scritto una ventina di anni dopo la morte del profeta Maometto, si trova di tutto: vi sono sure dal contenuto esplicito e altre criptiche, sure interpretabili in maniera univoca e altre no. Non lo si può leggere in modo fondamentalista, letterale. Altro luogo comune è quello del burqa, spesso presentato come indumento imposto a forza alle donne da una religione essenzialmente misogina. Fino agli anni ’60 del secolo appena trascorso, ha ricordato Maria Domenica Ferrari, in Afghanistan il burqa era utilizzato solo nelle città grandi e ricche, per l’ovvia ragione che un abito del genere mal s’accorda con la vita rurale e il lavoro nei campi. Poi una costituzione di stampo occidentale tentò di disincentivarne l’uso, con il risultato che una moltitudine di donne afghane corse a comprare burqa a prezzi stracciati.
Per concludere
Il convegno del 20 novembre non è che una piccola, fragilissima scialuppa nell’oceano tempestoso del conflitto di civiltà e religioni, un oceano che ognuno, lo voglia o no, deve attraversare. Ci sono molti modi per farlo. Ci si può acquattare sul fondo della barca, terrorizzati dai marosi. O sedersi comodamente senza far nulla, delegando agli altri la fatica del remo e la responsabilità del timone. Un buon modo è quello di cominciare a dare meno credito a quei politici che, destra e sinistra in un sol coro unite, continuano a ripeterci che siamo minacciati, che le orde islamiche sono alle porte, che un introvabile bin Laden trama ai nostri danni perché invidioso del benessere e della democrazia occidentali. Nessun dialogo sarà mai possibile se prima non ci si libera dalle menzogne.
Cari visitatori,
sono p. Franco Gioannetti, presidente di Dimensione Speranza Onlus, associazione di volontariato con finalità di formazione, informazione e apertura al dialogo, in ambito religioso e socio-culturale.
Questo Natale, Dimensione Speranza Onlus, per concretizzare il suo impegno e la sua finalità principale qual è l’accoglienza e l’apertura all’altro, ha deciso di sostenere un progetto attivato dalle Suore Missionarie Mariste che lavorano in Burundi per il recupero dei ragazzi di strada e in Rwanda, dove sono impegnate nell’assistenza degli ammalati di AIDS e dei loro figli che molto spesso divengono orfani.
In questo momento particolarmente difficoltoso, dovuto alla povertà dei due paesi ed anche alla loro instabilità politica, le Suore Missionarie Mariste hanno deciso di proseguire un progetto in Rwanda che sta loro particolarmente a cuore, cioè la formazione di giovani missionarie locali, sia nel settore sanitario che in quello educativo. Queste giovani, meglio di chiunque altro, possono incidere sul futuro del loro paese e su quello dell’Africa tutta.
Per essere all’altezza del loro compito le giovani che esprimono il desiderio di rendere un servizio duraturo e disinteressato in collaborazione con le suore, hanno bisogno di una preparazione accademica, umana e cristiana, che comporta un pesante impegno economico.
Oltre le giovani rwandesi e congolesi formate precedentemente e attualmente in attività, le suore intravedono la necessità di formare almeno altre 10 ragazze (7 infermiere e 3 educatrici).
Per renderVii più chiara la situazione, Vi faccio un quadro economico della stessa:
- La formazione di 1 infermiera costa in un anno circa € 1.600,00. Se moltiplichiamo questa somma per 7 infermiere, si raggiunge la somma di € 11.200,00;
- Per la formazione di 1 educatrice, il costo annuale è di € 1.800.00; se moltiplichiamo per 3 ragazze in formazione, il costo è di € 5.400.00.
Il costo globale annuale per la formazione di 10 ragazze è di € 16.600.00
Come ciascuno di Voi può capire si tratta di un impegno economico non indifferente, tuttavia indispensabile per la popolazione assistita, nonchè per formare delle persone con chiare competenze professionali.
Vi sarò perciò profondamente grato se vorrete concretizzare la vostra solidarietà e la vostra amicizia: sarebbe un aiuto enorme ed un riconoscimento degli sforzi che stanno facendo.
Qualunque somma decideste di donare, anche una cifra minima, potrete effettuare un bonifico bancario sul conto corrente, codice IBAN IT 23 U 07601 03200 000098069016. Conservando la ricevuta del versamento e presentandola per la dichiarazione dei redditi, la vostra offerta sarà deducibile dal reddito IRPEF.
Se volete avere maggiori informazioni sul progetto, potete contattare S. Flaviana Casari, Suore Missionarie della Società di Maria, Via A. Schivardi 58 – 25123 Brescia. Tel./Fax 030.394908, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Grato fin d’ora per la Vostra disponibilità, Vi invio con affetto i migliori auguri per il Santo Natale e per un Felice 2011.
p. Franco Gioannetti
Cell. 338.5054000
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Caro amico, cara amica, questo è il sito di Dimensione Speranza Onlus, un’organizzazione di volontariato formata da persone che hanno a cuore le questioni fondamentali della vita umana: Dio, il bene e il male, il senso ultimo della nostra esistenza. Attraverso queste pagine facciamo una proposta di formazione e d’informazione per stimolare il senso critico dell’uomo e diffondere la speranza che è in noi; un'agorà telematica per un'informazione non omologata, un punto aperto al confronto per combattere l’appiattimento delle coscienze.Il nostro sito ospita oltre 10.000 articoli sul tema del cristianesimo in tutte le sue confessioni: cattolica, protestante, ortodossa... Poi sull’islam, sull’ebraismo e sul buddismo, nonché numerosi articoli di economia, ecclesialità e geopolitica.Per aiutarti nella scoperta di Dimensione Speranza, ti segnaliamo - quale esempio - alcuni articoli che potrai trovare nell'Aree Tematiche del nostro sito.Conoscere se stessi per conoscere DioIl valore della famiglia: istituzione superata?Oltre la religione? Sentieri pluriformi nel sacroCensura, ecco come la politica di oggi ci nasconde le cose. Raccontandocene troppeLa Chiesa una: è possibile? Una riflessione su Olivier ClémentLa morte di Gesù nel vangelo secondo LucaLa sua morte diviene esemplare. Tanto che Luca mostrerà negli Atti degli Apostoli che Stefano morirà come Gesù. Come si può seguire Gesù nella vita, così lo si può seguire nella morte. La morte di Gesù è esempio delle morti dei martiri.
7 regole d'oro per pregare con i salmiIl Salterio dialogo d’amore con Dio nella storia. Qual è l’idea chiave che domina il salterio? Il salterio è il dialogo d’amore con Dio nella storia, è il rapporto vivo, vitale e vitalizzante con Dio che realizza l’alleanza con il suo popolo. Se consideriamo i generi letterari, possiamo pregare tutti i salmi sotto questa ottica.
La fiducia nei rapporti di coppiaLa fiducia è la condizione indispensabile per ogni incontro pienamente umano tra due persone. Non riguarda solo il momento dell’incontro e del dialogo, ma implica una proiezione sul futuro, la certezza di non essere traditi. Nell’atto del fidarsi c’è qualcosa di religioso: credere è fidarsi, contare su qualcuno perché si crede in lui. Ed è uno dei doni più preziosi che possiamo fare ad una persona.
Ortodossi e Cattolici differenze e somiglianzeNon basta conoscere i momenti storici che hanno portato alla separazione tra la Chiesa di Roma e quella ortodossa e sapere che il contrasto e la divisione nacquero fondamentalmente da motivi politici e culturali... A essi si accompagnarono dispute teologiche e dottrinali che generarono diversi modi di vedere e interpretare alcuni aspetti della fede cristiana che esamineremo.
Una educatrice degli educatori. Françoise Dolto (1908-1986)La vicenda umana e professionale di una celebre figura di educatrice e terapeuta. Francese, fra le prime nella pratica della psicanalisi, con una spiccata capacità pratica, F. Dolto ha lavorato tutta la vita con i bambini (e gli adulti). La sua vicinanza a Lacan e l'interpretazione psicanalitica del Vangelo.
L'addio alla persone careCaro amico, giorni fa, mi domandavi, sempre in amicizia ed alla buona, che penso a proposito della “speranza”. Non mi era facile risponderti immediatamente tanto vari e disordinati pensieri sono venuti ad affollare la mia mente. Ti ho chiesto una tregua e tu me l’hai accordata. Ecco ora provo a risponderti.
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Seguiamo il Dio che, nella Bibbia, si manifesta ma anche si nasconde. Pretendere di cristallizzarlo in un’idea o in una definizione rigida, immutabile, valida per sempre e per tutti, è un atto di orgoglio davvero grande. Questa tentazione non riguarda soltanto chi è impegnato in un cammino di fede e di conversione: pure l’ateo, l’agnostico o l’indifferente devono farci i conti. Anche chi non crede o pensa di non credere, in realtà, segue qualcosa o qualcuno che ne indirizza le azioni, i pensieri, le scelte: resta da capire verso quali mete.
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L’attuale crisi economica lo dimostra. Il ‘900 iniziava sotto la legge del 20/80 di Pareto: il 20% dell’umanità possedeva l’80% delle ricchezze del mondo. Il terzo millennio si apre nel segno di uno squilibrio persino più accentuato: una minoranza ancor più esigua possiede quasi tutte le risorse del pianeta. Sono questi i frutti degli inviti alla condivisione che risuonano nei racconti delle moltiplicazioni dei pani e dei pesci?