Ma voi siete la gente che Dio si è scelta; così la lettera di Pietro, il primo tra gli apostoli, si rivolge a suoi destinatari. Molto probabile che, oltre ad essere scritto, quest’appello fu pronunciato davanti ad un gruppetto di fedeli che all’epoca si chiamavano coloro che credono nel suo Nome (Gv 1, 12). Quale nome? Lo stesso Pietro lo proclama negli Atti degli Apostoli: Gesù Cristo, e nessun altro, può darci la salvezza: infatti non esiste un altro uomo al mondo al quale Dio abbia dato il potere di salvarci (4,12). La gente che Dio si è scelta, è stata consacrata con il nome di Gesù, perché solo questo nome ha potuto fare il miracolo dell’unità inaspettata. L’unità tra gli schiavi ed i liberi, tra i benestanti ed i mendicanti, tra i maschi e le femmine, ma anche, e questo è l'elemento più importante, tra gli ebrei ed i gentili. Questa riconciliazione nella fede tra il popolo eletto, il popolo del Dio uno e tutti gentili che soggiornavano nell’ombra della morte (Lc 1, 79), fu particolarmente difficile da accettare. Ricordiamo la confusione dello stesso Pietro che si vergognava di mettersi a tavola con i non Ebrei (Gal 2, 12) o aveva paura di mangiare gli animali proibiti (Atti, 10, 12-15). La separazione del popolo dei circoncisi da tutti gli altri era molto più profonda che la divisione attuale tra le diverse confessioni cristiane, che hanno in comune la fede nella Santissima Trinità e nell’Incarnazione e Risurrezione di Cristo.
All’epoca in cui Pietro aveva scritto voi siete la gente che Dio si è scelta, il concetto del Dio Trino, forse, non esisteva con la chiarezza del nostro Credo e tutta la dottrina delle prime generazioni dei credenti stava nel chicco della proclamazione apostolica che Gesù è il Signore. Non fu in un tempo trascorso, non era, ma semplicemente è. Questo messaggio possedeva già tutta la ricchezza della fede che poi avrebbe dovuto svilupparsi di generazione in generazione. Voi siete per il regno di Dio un popolo di sacerdoti a Lui consacrati - continua Pietro -, il popolo che Dio si è scelto per annunziare a tutti le Sue opere meravigliose. Nella Sua elezione, in modo meraviglioso, si scioglievano tante vecchie divisioni e separazioni che sembravano insuperabili perché appartenevano all’ordine immutabile del mondo stabilito da Dio stesso nella legge, dove la donna era donna, lo schiavo – schiavo, il pagano – pagano ed il figlio del popolo eletto era un ebreo circonciso – e nessun altro. Solo Dio ha potuto cambiare queste regole, quando Lui stesso è entrato nella Sua creazione per condurla alla Sua ammirabile luce.
Questa luce promessa nel Suo Regno si fa vedere nell’immagine del Cristo, con la quale tutti noi siamo segnati. Nella luce di questa immagine devono sciogliersi i muri e le divisioni e questa, mi pare, potrebbe essere la lettura giusta del messaggio di san Pietro nella settimana dell’unità. Il Cristo comune nasce nel dolore della divisione, ma anche nella gioia dell’incontro improvviso, in questa semioscurità della chiesa dei tempi antichi in cui si riunivano i primi cristiani, per ascoltare la Buona Novella destinata al popolo che Dio si era scelto.
Vladimir Zelinskij